Una piccola nota di benvenuto

Cosa è un Giardino Filosofico? L'abbiamo immaginato come un luogo di incontro tra amici, in cui la filosofia è a casa. E' un poco epicureo, non sale verso le meteore, scende in terra tra le persone, appunto, in un piccolo giardino, a fare filosofia dove normalmente viviamo. L'Inventificio Poetico è, ispirandosi a Pietro M. Toesca, lo spazio delle invenzioni, quelle che rendono sensato vivere. Per sapere che al mondo il bene supera il male basta dire che siamo ancora vivi, altrimenti non saremmo più qui. Insomma, cerchiamo di alimentare questa differenza, in ciò consiste l'utopia del Giardino Filosofico e Inventificio Poetico, il cui sottotitolo è: "Volgere liberi gli occhi altrove".


lunedì 27 febbraio 2012

Prospettive concettuali proustiane




Giuseppe Di Giacomo, docente di Estetica, La Sapienza, Università di Roma

In Jean Santeuil Proust dice una cosa veramente importante riferendosi a Monet – che Proust ha sempre stimato. Monet era l’impressionista per eccellenza. È stato apprezzato, ad esempio, da Cézanne per il quale la pittura non deve affidarsi all’occhio ma all’intelletto: deve cogliere le figure geometriche sottese alla visività di quello che vediamo e, a questo proposito, parla del cono, del parallelepipedo, del cubo e del cerchio. Però Cézanne diceva: “È vero che Monet è soltanto un occhio che vede, ma che occhio!”.


lunedì 20 febbraio 2012

Un laboratorio di scrittura


Articolo pubblicato su “éupolis. Rivista critica di ecologia territoriale”, fondata dal filosofo Pietro M. Toesca, n. 41, luglio/settembre 2006, San Gimignano, Ed. Nuovi Quaderni


È il racconto di come si è svolto un laboratorio di scrittura “creativa” durato un anno e una scelta dei tantissimi testi che da lì sono nati.


Un laboratorio di scrittura
Sabina Macchiavelli


La scrittura del corpo, il corpo della scrittura

L'esperienza della scrittura passa attraverso il corpo, se non altro perché per scrivere usiamo le mani, o la voce se dettiamo. Ma passa per il corpo anche in un altro senso.
Quando traducevo avevo una percezione molto forte della "fisicità" della scrittura: sulle parole o i giri di frase particolarmente ardui il corpo si agitava irrequieto, letteralmente spostandosi sulla sedia, una specie di corrente mi percorreva e creava la tensione mentale necessaria per ritrovare il termine o l'espressione giusta.

sabato 4 febbraio 2012

Il concetto di bellezza e l'arte del Novecento. (Incontro tenuto il 06/09/2011 al CostArena di Bologna, regia di Graziano Ferrari con la collaborazione di TenTeatro).



Prima lettura
(Paul Klee, Teoria della forma e della figurazione, Feltrinelli)


La bellezza, che forse non bisogna separare dall'arte, non riguarda tanto l'oggetto quanto la rappresentazione. In questo, e in nessun altro modo, l'arte supera il brutto senza sfuggirlo...


Si abbandona il mondo di qua e si costruisce in un'altra regione alla quale si può pienamente assentire. Astrazione. Il freddo romanticismo di questo stile senza pathos è straordinario. Quanto più spaventoso questo mondo (com'è appunto oggi) tanto più astratta l'arte. Un mondo felice, invece, genera un'arte volta all'al di qua...


Archivio blog