Sabina è felice di annunciare l'uscita il 18 giugno del suo ROMANZO PIU' DI COSI' SI MUORE", Giraldi Editore.
Ambientato sull’Appennino emiliano,
il romanzo raccoglie un intreccio di storie legate dal filo di una scomparsa.
Le storie sono quelle dei componenti di una famiglia di origine bolognese, i
Pascali, sullo sfondo di un bellissimo casale ristrutturato che nelle sue
pietre e nei suoi prati conserva ancora il mistero delle anime che ci sono
passate. La scomparsa è quella di uno dei tre fratelli, Donato, che dopo
un’ultima ambigua telefonata dal Sudamerica non dà più notizie di sé. Inizia per i protagonisti un periodo doloroso, di ripensamenti e accuse reciproche, ma anche di
riflessione sulla vita di ciascuno e sui loro rapporti reciproci. Il
mondo naturale è silenzioso testimone della fatica e della bellezza dello
stare al mondo: gli animali, i boschi e i monti che non sono addomesticati e
sempre ci sfuggono, si rintanano e fanno paura. A volte di colpo inaspettatamente si mostrano e allora sentiamo lo
stupore e la dolcezza di avere incrociato il miracolo.
UN ESTRATTO:
"C'è un modo
diverso di essere soli fra queste montagne. La macchia e i fossati di rovi
intorno, più dei campi e giardini coltivati, costituiscono presenza. I fruscii
e gli schiocchi delle bestiole, il grido dei rapaci notturni, il roco abbaiare
dei cervi nel folto ti dicono una vita che sfugge allo sguardo e che si muove e
pulsa assieme al tuo corpo. E ti abitui a sentire il respiro del verde, quella
folata muschiosa e umida che scende dall'intrico di castagni, pioppi e noccioli
avviluppati di vitalbe, un profumo che inquieta e seduce come fosse un mistero.
A volte hai la fortuna che questo mistero si schiude. Allora vedi la volpe
rosso-dorata spingersi guardinga fin sotto la porta di casa, il muso affilato che
annusa i pericoli nell'aria. O un tasso sbucare dal cespuglio, immobilizzarsi
un istante quando si sente scoperto e immergersi ancora nel folto ballonzolando
il corpo grasso. O vedi, altre volte, il tuo gatto, nero come la notte in cui
siete, scrutare allungando il collo lo sfarfallio delle lucciole, preso da
chissà quale stupore.
Non c'è
solitudine nelle notti chiare di fine estate mentre siedi sull'uscio a goderti
il primo rinfrescare dell'aria, e ti lasci scaldare le mani e le gambe dal tuo
animale di casa, e scruti nel buio sperando di vederne altri che tuoi non sono.
Le anime del bosco sono tutte lì accanto o lì intorno e dialogano senza
alfabeto un dialogo sconosciuto, che vorresti capire. Forse, di tanto in tanto,
quando riesci a restare più a lungo finché gli occhi ti si appannano e la mente
rimane quasi senza pensieri, ti sembra di sentirlo meglio questo dialogo e di
coglierne una traccia di senso. Ti rimarrà dentro il giorno dopo e ogni volta
che ti affaccerai sul giardino o guarderai il gatto, le galline, il cane che
passa randagio, invidiandoli perché loro arrivano fino in fondo a capire. Ma
basterà quel frammento di senso. Ti accompagna per tutta la vita."
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