Una piccola nota di benvenuto

Cosa è un Giardino Filosofico? L'abbiamo immaginato come un luogo di incontro tra amici, in cui la filosofia è a casa. E' un poco epicureo, non sale verso le meteore, scende in terra tra le persone, appunto, in un piccolo giardino, a fare filosofia dove normalmente viviamo. L'Inventificio Poetico è, ispirandosi a Pietro M. Toesca, lo spazio delle invenzioni, quelle che rendono sensato vivere. Per sapere che al mondo il bene supera il male basta dire che siamo ancora vivi, altrimenti non saremmo più qui. Insomma, cerchiamo di alimentare questa differenza, in ciò consiste l'utopia del Giardino Filosofico e Inventificio Poetico, il cui sottotitolo è: "Volgere liberi gli occhi altrove".


mercoledì 8 maggio 2013

Bimbo Marino


Un racconto di Sabina Macchiavelli illustrato da Barbara Vagnozzi. 


Bimbo Marino abitava in una bella casa di campagna, una villetta a due piani con un grande giardino pieno di alberi e cespugli, aiuole, fiori, rampicanti, sempreverdi, erbe selvatiche, erbe aromatiche, erbe infestanti e erbe da prato. Dentro alla casa stavano Bimbo Marino, Mamma Maria e Babbo Mariano, un cucciolo di nome Cane Piccolo e un pesce rosso di nome Pesce Rosso. Qualche volta veniva anche Nonno Marione, che era grande come un torrione. Quando arrivava, Bimbo Marino saltava felice, Mamma Maria brontolava pianino e Babbo Mariano leggeva il giornale. Rimaneva tre giorni e quando se ne andava Bimbo faceva ciao con la mano, Babbo faceva ciao con la pipa e Mamma andava a pulire il bagno.

Tutti quanti avevano sempre un sacco da fare. Uno andava a scuola, uno a lavorare in Banca, una a lavorare nell’agenzia viaggi “Go-go Travel”. Di pomeriggio, quello che andava a scuola andava in piscina o a calcetto o a pianoforte o, in inverno, al corso di presciistica. Quella che andava nell’agenzia viaggi andava a fare la spesa o a vedere il dottore o a pulire la casa che non stava mai pulita. Quello che lavorava in Banca non andava da nessuna parte perché per oggi aveva già dato. Cane Piccolo e Pesce Rosso non facevano niente tutto il giorno, erano mangiapane a ufo, e scorrazzavano chi in giardino, chi nella boccia di vetro.
Le cose vanno avanti così bel belle per un bel po’, quando un bel giorno succede un fatto.

“Bimbo Marino, vai a farti la doccia” dice Mamma Maria. Anzi, per la precisione dice: “Vai a farti questa benedetta doccia sì o no?”
“Benedetta doccia” ripete Bimbo Marino e si toglie i calzini.
“Vai a fare questa benedetta” canticchia Bimbo Marino e si toglie la canottiera.
“Vai a fare sì o no?” grida Bimbo e si toglie le mutande.
“Yuhuu!!” ride Bimbo e lancia le mutande contro l’armadio.
Poi pian pianino va verso il bagno, pian pianino davvero perché a lui l’acqua, a parte quella di Porto Ferraio in estate, non gli piace mica tanto. Pian pianino si mette la cuffia e pian pianino apre le ante della doccia.
E cosa ti vede con la coda dell’occhio mentre sta per entrare?
Ti vede un unico solo verdiccio filo d’erba che sbuca dal buco dello scarico.
Bimbo Marino pensa: “Ma ve’. Un unico solo verdiccio filo d’erba che sbuca dal buco” e chiama: “Maaammaaa!!! Ho trovato una cooosaaa!!!”
Mamma Maria arriva di corsa, guarda, pensa: “Ma ve’. Un unico solo verdiccio filo d’erba che sbuca dal buco” e dice: “Babbo Mariano!!! C’è una cosa nella doccia!!!”
Babbo Mariano arriva, guarda, pensa: “Ma ve’. Un unico solo verdiccio filo d’erba che sbuca dal buco” e dice: “Be’, fate voi, io per oggi ho già dato.”
Arriva Cane Piccolo saltellando, guarda, non sapremo mai cosa pensa, scodinzola e fa “Bau” con la lingua a penzoloni.
Pesce Rosso non arriva, non guarda, scodinzola solo un pochino, pensa a qualcosa che non c’entra niente col filo d’erba sbucato dal buco e non spiccica parola perché è muto per definizione.


“Dai toglilo di lì e fai ’sta doccia che è pronto.” Mamma e tutti escono dal bagno. Bimbo rimane un attimo a guardare l’unico solo verdiccio filo d’erba, si china e lo raccoglie fra il pollice e l’indice, delicatamente sollevandolo per la punta. Si accorge che alla base dell’unico solo verdiccio c’è un semino paglierino grande anzi piccolo come una pulce. Lo appoggia sul bidè e guardandolo s’infila nella doccia.
Quando esce, l’unico solo verdiccio con pulce paglierina è ancora lì.
Corre in giardino, nella rimessa degli attrezzi (che di solito usa il giardiniere perché papà per oggi ha già dato), ci trova un vasetto con un po’ di terra, sistema l’unico solo eccetera, lo innaffia e comincia a pensare.
Pensa.
Pensa.
Pensa.
Passano i giorni e pensa.
Pensa mentre passano i giorni.
Pensa e parla poco e passeggia per il piccolo viottolo del prato.
Pensa, non parla, passeggia.
Mamma Maria si preoccupa: “Questo Bimbo non mangia abbastanza.”
Babbo Mariano si preoccupa: “Questo Bimbo non dorme bene.”
Nonno Marione si preoccupa (ma solo nei tre giorni che è lì): “Questo Bimbo non gioca felice.”

Finché una bella mattina, Bimbo si sveglia molto, molto presto e ha un’idea. La vuole sviluppare prima della scuola, per cui corre in giardino, senza ciabatte e tenendosi le braghe del pigiama che gli cadono perché l’elastico è liso. Prende il vasetto con dentro Filo d’Erba, il quale in tutti quei giorni di pensare era un po’ cresciuto e s’era fatto verde più scuro (e alla base gli spuntava pure un piccolo piccolo gemellino appuntito). Bimbo Marino lo prende, lo trasporta ai piedi della siepe dietro casa, scava un buchetto con la paletta di Porto Ferraio, c’infila Filo d’Erba, ricopre di terra e innaffia. Innaffia. Innaffia. Innaffia un giorno. Innaffia l’altro. “Dai con quell’acqua. Non vedi che è tutto secco?” dice sempre Nonno Marione al giardiniere, ma lo dice in bolognese, così il giardiniere, che è serbo-croato, non capisce un’acca.
Bimbo Marino innaffia e innaffia tutti i pomeriggi. Poi arriva la fine estate, poi arriva l’autunno, poi arriva l’inverno.
Poi arriva la neve.
Bimbo guarda sconsolato fuori dalla finestra il punto dov’era Filo d’Erba, ci ha messo un bastoncino per segnare. Guarda e si preoccupa che Filo d’Erba muoia schiacciato.
Mamma si preoccupa che Bimbo mangia poco.
Babbo si preoccupa che dorme male.
Nonno non si preoccupa perché si è dimenticato qual era la sua preoccupazione.
Com’è naturale, l’inverno finisce, arriva la primavera, la neve si scioglie, le foglioline spuntano, i fiorellini sbocciano, gli uccellini cantano felici eccetera eccetera.
Una bella mattina (un’altra!) Bimbo Marino, che, diciamo la verità, con tutto quello che aveva da fare si era anche un po’ dimenticato, di colpo si ricorda.

Bimbo Marino corre in giardino, questa volta senza braghe del pigiama perché l’elastico finalmente ci ha mollato.
Bimbo Marino cerca il bastoncino segnaletico sotto la siepe dietro la casa.
Bimbo Marino lo trova e… ma che succede???
Intorno al bastoncino, centinaia centinaia e centinaia di fili d’erba, alti e vigorosi, oscillano al fresco venticello primaverile.
Bimbo Marino sgrana gli occhi e apre la bocca. Pensa: “E ora come lo riconosco?”
Cane Piccolo arriva saltellando, fa bau bau, annusa l’erba verde, solleva la zampetta e zampilla attaccato al bastoncino.
Bimbo Marino sente gli occhi sgranati riempirsi di lacrime e la bocca aperta che gli trema.
Sta per tornare in casa a piangere da Mamma Maria, quando una cosa straordinaria accade.
Uno sbuffo di vento leggermente più forte appiattisce l’erbetta in una specie di piccolo cerchio. Bimbo Marino si porta la mano al petto e, mentre quello stesso sbuffo di vento gli fa scivolare le lacrime lungo le tempie, nel bel mezzo del cerchio vede un filo d’erba lungo lungo, color verde scuro, con tre teneri e delicati filetti d’erba alla base.
Bimbo Marino sorride mentre, oscillando leggero nel vento, l’unico solo verdiccio Filo d’Erba gli fa ciao con la punta lucente.




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