Nella musica la bellezza rifulge in una totalità che la composizione rende come armonia. Almeno fino alla fine dell'Ottocento. La poesia cantando le cose è prossima a questo splendore, ma a differenza della musica lo fa linguisticamente. Tant'è che Orfeo ammansiva finanche le fiere con le sue parole accompagnandosi con la cetra. Figure come Paolo e Francesca o l'Orlando furioso sono memoria collettiva. Non ha la poesia la medesima chiarezza del discorso filosofico, le sue immagini però permangono. Ma è poi vero che quest'ultimo linguaggio è così chiaro? Non sarà che anche la filosofia abbia un suo modo poetico di raccontare le cose? Pensate alle grandi invenzioni dei filosofi. Figure come Socrate di Platone o il servo padrone di Hegel e la sua nottola di Minerva che s'alza sul fare della sera, forse non competono con quelle artistiche, letterarie, poetiche? Allora quale differenza sussiste tra i due modi di parlare del mondo?
Questo esempio esplora il rapporto tra filosofia e poesia in cui ci inoltreremo ponendo la questione domenica 15 Aprile, alle ore 15,30, presso la sede operativa del Giardino filosofico, in via Fontanelle 3956 a Montetortore di Zocca.
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