Una piccola nota di benvenuto

Cosa è un Giardino Filosofico? L'abbiamo immaginato come un luogo di incontro tra amici, in cui la filosofia è a casa. E' un poco epicureo, non sale verso le meteore, scende in terra tra le persone, appunto, in un piccolo giardino, a fare filosofia dove normalmente viviamo. L'Inventificio Poetico è, ispirandosi a Pietro M. Toesca, lo spazio delle invenzioni, quelle che rendono sensato vivere. Per sapere che al mondo il bene supera il male basta dire che siamo ancora vivi, altrimenti non saremmo più qui. Insomma, cerchiamo di alimentare questa differenza, in ciò consiste l'utopia del Giardino Filosofico e Inventificio Poetico, il cui sottotitolo è: "Volgere liberi gli occhi altrove".


lunedì 18 giugno 2012

Le ragazze e i ragazzi del Laboratorio di Scrittura Creativa di Crespellano raccontano…




Foto di Francesco Prete
La sera del 25 maggio 2012 le ragazze e i ragazzi che avevano frequentato il Laboratorio di Scrittura Creativa organizzato dal Comune di Crespellano, Bologna, e condotto da Sabina Macchiavelli hanno presentato al pubblico i loro testi. L’autore Loriano Macchiavelli ha assistito allo spettacolo e ha scritto questa riflessione.

A me piacerebbe tanto sfatare il luogo comune che sostiene: i ragazzi scrivono solo messaggini, non leggono libri e non sanno cosa sia il teatro.
Mi illuderò, ma sono convinto che la colpa di queste mancanze non sia la loro. Noi non gli abbiamo insegnato la gioia dello scrivere, del leggere e di fare teatro.
Ci ho pensato mentre assistevo alle letture dei loro pensieri diventati scrittura, che i ragazzi del corso hanno fatto davanti a un pubblico composto non solo di familiari.
Bene, quei giovanotti avevano scritto, letto e, forse senza rendersene del tutto conto, stavano facendo teatro. Si erano divertiti inventando frasi, versi, racconti e li presentavano con gioia sul micro palco della Biblioteca di Crespellano. Avevano capito che con le parole si dicono cose importanti, si raccontano agli altri i propri pensieri e le proprie idee. Il che significa: ci si conosce.
Hanno capito l’Aleph, illusione e realtà alle stesso tempo, e cosa Borges ci ha visto dentro: Vidi il popoloso mare, vidi l’alba e la sera, vidi le moltitudini d’America…
e poi ci hanno guardato dentro loro, come ha fatto Clara che ha:

visto cavalli con la criniera al vento, prati bagnati, ho visto che il buio non ha occhi quando dormo, stelle senza limite, ho visto sventolare una bandiera di libertà, un bambino col fiato di sasso, ho visto un crepuscolo d’oro, il raggio verde innalzarsi nel cielo, ho visto che, se le osservi bene, le montagne sono bisonti addormentati che indossano mantelli da giganti. Ho visto il sole, il sale del mondo, ho perfino visto una maestra con la faccia da lavagna, un panettiere con la faccia da brioche, un francobollo con la faccia da postino e una valigia con la faccia da partenza, ho girato tutto il mondo e infine ho preso la via del ritorno.

Hanno capito che con le parole si può giocare e ci hanno giocato, come ha fatto Michele:

Vorrei che tu muoia marcita
e ai topi di fogna fossi offrita.
Delle tue ossa mi farei gli stuzzicadenti
e vorrei che i tuoi non avessero le menti.
Sei la maledizione della mia vita
e ti credi una mita,
ma la tua vita è già finita.

Nessun insegnante avrebbe accettato un simile stravolgimento di grammatica e di sintassi. Da quattro meno meno. E avrebbe fatto male. Ma la scuola è quella che è e, o la si accetta o si è fuori. Eppure, è da lì, dal divertimento con le parole che si impara ad apprezzare la scrittura e, in seguito, la lettura. Perché è mia convinzione (e nelle scuole vado spesso) che se si lasciassero liberi i ragazzi di scegliere le proprie letture, sarebbe poi la lettura stessa a prenderli e a portarseli dietro.
Infine, il teatro. Il teatro è il completamento della scrittura e i ragazzi lo hanno fatto, l’altra sera. Senza niente attorno. Un palchetto alto venti centimetri sul pavimento, una chitarra, i loro scritti e la loro voce. Pensate se avessero avuto un microfono, delle luci, il tempo per capire che quello era teatro… Insomma, se i grandi si occupassero più di loro…

A questo pensavo mentre lasciavo la sala dove avevo ascoltato i ragazzi leggere ciò che avrebbero voluto scrivere anche a scuola. E capivo che i loro sorrisi soddisfatti erano gli stessi sorrisi dei ragazzi che, anni fa, tanti, leggevano Rodari. O dei ragazzi di Barbiana che ascoltavano, rapiti, l’insegnamento di don Milani.
Esperienze gettate alle ortiche. E così i ragazzi di oggi scrivono solo messaggini, non leggono, non sanno cosa sia teatro. È colpa loro?

Loriano Macchiavelli



Ma che brutta giornata
non è un giorno per
una passeggiata.
Questa giornata
è stata rovinata da un
mio amico.
Spero che di traverso
gli vada un lombrico.
Spero che mentre guardi
la televisione ti venisse
un blackout per una stagione
Andrea


Ogni volta che mi vedi punti il dito
e di me
sparli a tutto andare.
Vorrei che almeno una volta
ti cadessero le mutande
così da far capire a tutti come 6!
Alice


* A questo punto sono andato da Foxley e gli ho spiegato chi ero. Lui iniziò di nuovo a trattarmi come prima ma ora eravamo cresciuti e non poteva trattarmi così. Allora iniziò la mia vendetta. Lui mi invitò a casa sua e io ne approfittai, iniziai col mettere tutte le sedie sparse per la casa, dopo gli sporcai i bottoni e la giacca di inchiostro e infine gli rubai il bastone. Il giorno dopo alla fermata mi disse: “Non hai eseguito i miei comandi e per questo appena troverò il bastone te lo darò in testa!” e io risposi: “Bene, ma ora sarai tu a servirmi perché ho io il bastone e se non mi ubbidisci te lo darò io in testa!” Da quel giorno Foxley mi obbedì e non diede fastidio più a nessuno.
Jennifer

* Ispirato al racconto di R. Dahl “Il comandone” (1953): un caso di bullismo ante litteram…


Si ringraziano tutte le persone che hanno collaborato alla realizzazione dello spettacolo:
le giovani autrici e autori che hanno letto i loro testi: Alice, Andrea, Clara, Jennifer, Michele; Gerardo Catena alla chitarra; il personale della Biblioteca di Crespellano; il Comune di Crespellano. Il coordinamento era di Sabina Macchiavelli.

2 commenti:

  1. Grazie di cuore a voi per queste bellissime iniziative..
    Un abbraccio dal chitarrista
    Gerardo

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  2. Anch'io vorrei ringraziare per avere consentito ai ragazzi questa esperienza; spero davvero che in futuro, magari prossimo, abbiano ancora questa possibilità. Grazie a Sabina, grazie a Loriano per i suoi commenti, grazie a Gerardo per la disponibilità.E grazie ai ragazzi.
    Rita (mamma di Clara)

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