Una piccola nota di benvenuto

Cosa è un Giardino Filosofico? L'abbiamo immaginato come un luogo di incontro tra amici, in cui la filosofia è a casa. E' un poco epicureo, non sale verso le meteore, scende in terra tra le persone, appunto, in un piccolo giardino, a fare filosofia dove normalmente viviamo. L'Inventificio Poetico è, ispirandosi a Pietro M. Toesca, lo spazio delle invenzioni, quelle che rendono sensato vivere. Per sapere che al mondo il bene supera il male basta dire che siamo ancora vivi, altrimenti non saremmo più qui. Insomma, cerchiamo di alimentare questa differenza, in ciò consiste l'utopia del Giardino Filosofico e Inventificio Poetico, il cui sottotitolo è: "Volgere liberi gli occhi altrove".


lunedì 8 maggio 2017

VITTORIE ELETTORALI ?    
Di Sabina Macchiavelli

I risultati del voto nelle “local elections” britanniche di giovedì scorso (4 maggio2017) mostra una vittoria schiacciante dei Tories di Theresa May, che hanno conquistato anche seggi storicamente governati dai Labours. Se siamo al bar e commentiamo sorseggiando un cappuccino possiamo ben dire che i Conservatori si affermano come il primo partito britannico, che probabilmente la May stravincerà nelle politiche di giugno, che la campagna anti-Ue paga, che la gente è stanca della sinistra e dei suoi ideologismi, che l'Europa sta andando a destra, eccetera eccetera.
Siccome stamattina non sono andata al bar e invece mi son messa a guardare i giornali online, ho avuto l'impressione che si possa fare anche un altro discorso leggendo bene l'informazione. A dire il vero scovare notizie precise, circostanziate e sostanziali, anche sui quotidiani più accreditati, è molto difficile, un lavoro di esplorazione che richiede sforzi certosini. Alla fine qualche informazione in più salta agli occhi.
Per esempio. Cosa indica questo voto sotto un profilo culturale? Si votava in comuni al di fuori delle grandi metropoli e per alcuni consigli sovracomunali guidati dal cosiddetto “metro mayor”, delle unità amministrative a metà fra le nostre provincie e le unioni di comuni. A parte (leggo) la Greater Manchester e la Liverpool City Region, le grandi città non erano coinvolte. Verrebbe da dire che la tendenza alla 'conservazione' è più forte nelle aree extra-urbane e i meccanismi legati alla paura, così diffusi in quest'epoca di incertezza economica, rimessa in discussione delle scale valoriali occidentali, crisi identitarie, emergenze, urgenze di ordine e legalità, hanno lì più presa.
E poi. Quanto rappresentativo è questo voto del sentire della maggioranza dei britannici? Ho faticato a scovare le percentuali. Finalmente – e sapete dove? Sul francese Le Monde! - ho trovato che ha votato il 36% degli aventi diritto, quando è andata bene, e in alcuni casi meno del 30%. Il World Socialist Web Site (ahimè sì, ancora quei maledetti comunisti...) inizia l'articolo sottolineando che le elezioni “sono state caratterizzate da un astensionismo diffuso, dato che solo circa un terzo degli aventi diritto è andato a votare”.
Ora, quando i Tories cantano vittoria – chissà perché certe volte le amministrative sono lo specchio della situazione politica nazionale e certe altre no – stanno in realtà brindando perché la maggioranza dei britannici non va a votare. E la stampa (o noi al bar) che conferma la virata a destra sta in realtà legittimando i dispositivi di una democrazia che non rappresenta più nessuno.

Da donna di sinistra, non sono disperata per il risultato delle amministrative del Regno Unito. Sono più rattristata da questa democrazia monca e di facciata nella quale l'astensionismo non ha peso rappresentativo, nella quale la politica non ha compreso che, se non andiamo a votare, è per eccesso di coscienza e responsabilità, e non il contrario. Che se la (molti di) sinistra non va a votare qualche ragione l'avrà. Democrazia compiuta è quella che, nei suoi apparati e meccanismi di rappresentanza, sa in qualche modo dar loro voce. Se no i fascismi continueranno a vincere senza vincere, cioè vincere facile.

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