Una piccola nota di benvenuto

Cosa è un Giardino Filosofico? L'abbiamo immaginato come un luogo di incontro tra amici, in cui la filosofia è a casa. E' un poco epicureo, non sale verso le meteore, scende in terra tra le persone, appunto, in un piccolo giardino, a fare filosofia dove normalmente viviamo. L'Inventificio Poetico è, ispirandosi a Pietro M. Toesca, lo spazio delle invenzioni, quelle che rendono sensato vivere. Per sapere che al mondo il bene supera il male basta dire che siamo ancora vivi, altrimenti non saremmo più qui. Insomma, cerchiamo di alimentare questa differenza, in ciò consiste l'utopia del Giardino Filosofico e Inventificio Poetico, il cui sottotitolo è: "Volgere liberi gli occhi altrove".


giovedì 23 marzo 2017

Ah, se i giornalisti (italiani) guidassero il mondo! Di Sabina Macchiavelli

Stamattina, alle 10, leggevo il Guardian online, quotidiano nazionale britannico. Leggevo dell'attacco sul Westminster Bridge ieri pomeriggio. Quello che finora si sa (i britannici sono fighissimi: c'è proprio una sezione della pagina che si chiama what we know so far) è la dinamica dell'evento, il numero degli uccisi e dei feriti, l'evacuazione di Theresa May, la supposizione degli investigatori che l'omicida sia “inspired by international terrorism” e possa avere complici, il raid della polizia a Birmingham e altrove, la mancata identificazione, per ora, del killer. Insomma, non si sa chi sia e perché abbia agito.
Che strano... Bisognerebbe dire a questi signori della stampa britannica che si informino bene prima di scrivere checchessia. E si informino da chi le informazioni le ha e ha ben capito come stanno le cose. Per esempio i giornalisti italiani.

Alle 8 e 30 di questa mattina sentivo il GR2 e, in anticipo sul Guardian, ho avuto tutto chiaro: il terrorista (per quanto non ancora identificato a quell'ora, mah...) è un terrorista islamico che agisce in nome dell'Isis, gli arresti effettuati riguardano terroristi a lui in qualche modo legati. Hanno intervistato uno storico che spiegava come funzionano questi terroristi e come ha agito questo criminale, e cosa vuole l'Isis e qual è il pericolo per l'occidente.
L'ascoltatrice che è in me s'è fatta un'idea ben precisa. La prima e più fresca subito dopo la tragedia. Mi rimarrà impressa a lungo, anche se seguiranno altre notizie diverse e più vaghe, altre contraddittorie, se ci saranno chiarimenti o smentite. Nel momento in cui sono – siamo – nell'emergenza dell'evento, la mia – la nostra – mente è più impressionabile, riceve un'impronta pressoché indelebile. Fra qualche ora l'effetto shock sarà svanito e alle news presterò molta meno attenzione. Del GR2, prima audizione del mattino, mi ricorderò, del Guardian, che ho letto dopo, molto meno.

Ora io dico: ma perché i giornalisti italiani non guidano il mondo? Sanno prima e con maggiore lucidità, comprendono in un lampo il perché e il percome, contattano gli esperti del caso per gli approfondimenti, risolvono le 5 W dell'evento in tempo reale. Capiscono e ragguagliano in anticipo sulla polizia, la legge e, pensate!, perfino i politici.
Chiedo una petizione affinché siano loro a governarci. Finalmente avremmo sicurezza, legalità e democrazia. E pluralismo.

Perché decidere che si ha capito tutto prima degli eventi fa molto male alla società e, peggio, al pensiero? Perché si divide e categorizza, si rafforza lo stereotipo, si stritola la libertà e la creatività, si diventa padroni, razzisti, omofobi, violentatori, si incentiva il dominio dell'uomo bianco sul mondo...

Dio che sicumera! Starò mica diventando anch'io un po' giornalista?

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